Simbologia del logo del Centro Culturale Paolo VI di Rimini



L'idea della Luce


Il simbolo nasce da un vago ricordo: il ritratto di Giovan Battista Montini dipinto da Giacomo Balla, pittore futurista. Due uomini, un giovane sacerdote ed un artista affermato, attratti dal medesimo problema: l'idea della luce.
Problema che la cultura contemporanea tende a considerare come fenomeno percettivo, appartenente al mondo fisico, ma che sfugge a tutti i tentativi di riduzione ed anzi si riafferma ogni volta come origine e senso stesso del creare.


Una struttura aperta al dialogo con l'Altro e con gli altri

La forma ovale nera è attraversata da una luce radiale la cui fonte però è collocata fuori dal perimetro dell'ellisse.
L'immagine vuole essere simbolo di una cultura presente e attiva nel mondo, ma ispirata da una Luce esterna al mondo.
Di fatto il contrasto bianco-nero genera due tensioni opposte: una centrifuga ed una centripeta che dai vari punti perimetrali tende all'unico centro.
La stessa figura ovale non è conclusa in se stessa ma aperta, dinamica, permeabile all'esterno così come la cultura quando è autentica.


La conchiglia del pellegrino

Il segno grafico suggerisce anche l'idea di una conchiglia. Il simbolo della conchiglia è legato al pellegrinaggio medievale a San Giacomo di Compostella. Designa l'idea di un cristianesimo pellegrinante nella storia, capace di costruire civiltà in relazione alle culture che incontra sul cammino.
La conchiglia è anche un simbolo dell'umanesimo classico, richiamo all'eternità e, nell'architettura Brunelleschiana ed Albertiana, alla Risurrezione.